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Auguri
di Pasqua |
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PASQUA
Fiori
da regalare a Pasqua
Nel caso in cui si vogliano regalare dei fiori per la Pasqua
è consigliabile scegliere tra le seguenti varianti:
Narcisi, giacinti, tulipano, ranuncoli, e fiori di pesco.
Frasi
di Auguri per la Pasqua
Se
devi inviare un biglietto di auguri o un sms d'auguri ecco
una lista di frasidi auguri per Pasqua che potrebbero essere
utili.
•
Che la colomba di Pasqua vi porti tanta serenità,
e che Gesù vegli su di voi. Auguri sinceri.
• Spero che questo santo giorno porti pace e perdono
per tutti. Auguri di una Pasqua serena e piena di armonia.
• Le giungano i nostri più sentiti auguri di
una serena e pacifica Pasqua.
• Liete festività e auguri sentiti di gioia
e di pace.
• Ti sono particolarmente vicino in questi giorni
di festa, in cui avverto ancora più forte il calore
e il conforto della tua amicizia.
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Buona
Pasqua nelle altre lingue |
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Hai qualche amico o
parente all'estero e vuoi fare gli auguri nella sua lingua?
Eccone una lista!!
KALO
PASKA (greco)
FOUAI
HWO GIE QUAI LE (cinese)
EID-FOSS’H
MUBARAK (arabo)
SRETUN
USKRS (croato)
VESELE
VANOCE (ceco)
FROHE
OSTERN (tedesco)
JOYEUSE
PAQUES (francese)
HAPPY
EASTER (inglese)
SREKEN
VELIGDEN (macedone)

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Storia
dell'Uovo di Pasqua |
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A Pasqua è
usanza ingentilire la casa e la tavola con uova colorate.
Semplicemente lessate, dipinte, ornate di lustrini, di
fiocchetti, di nastri, di fiori, dei materiali più
vari, sono la nota festosa per augurarsi e augurare buona
fortuna. Spesso però non si conosce il vero significato
del gesto di ragalare un uovo a Pasqua.
Altri uomini,
in altri tempi, in altre parti del mondo hanno fatto questo
gesto prima di noi, perché l’uovo, in tutte
le epoche e da tanti popoli fu considerato simbolo di
vita, oggetto di culto e di iniziazione, talismano e dono
augurale.
Dall’antico Oriente, dalla Grecia, dall' India,
dal Celeste Impero e dal Giappone, ma anche dal Nuovo
Mondo, nei miti delle popolazione hawaiane e degli Incas,
l’uovo è visto come simbolo di vita: la rappresentazione
stessa della fertilità della natura. Dal mondo
pagano l’uovo passa nella simbologia del mondo cristiano
come simbolo di vita rinnovata, e rappresenta la mistica
resurrezione di Cristo. Oggi si è perso il ricordo
del significato originario di molte tradizioni: l’uovo
di Pasqua si regala perché è diventata un'usanza
comune. E’ bello, invece, ricordare che il dono
dell’uovo per tutti i credenti e anche per i laici
è testimonianza di amicizia e di amore, strettamente
connessa alla sua simbologia di vita, trascendenza e continuità.
L’uovo, con la sua forma pura, col suo significato
di vita, diviene così l’oggetto prescelto
del dono pasquale. Il primo uovo con sorpresa fu regalato
a Francesco I di Francia agli albori del XVI sec.: da
qui probabilmente ha origine l’usanza di inserire
un dono all’interno dell’uovo di cioccolato.
Ma è nella Russia degli zar che le uova preziose
e decorate diventano regalo di Pasqua, e Peter Carl Fabergé
è l’artista orafo che con la genialità
e l’inventiva delle sue creazioni ha segnato la
storia delle uova pasquali decorate. Torniamo oggi a decorare
le nostre tavole pasquali con uova di tutti i tipi, preziose
e non, tenendo presente il suo simbolo-verità,
e regaliamo ai bambini uova di cioccolato con l’auspicio
che la vita possa riservare loro solo dolcezza. Alle persone
care regaliamo uova più o meno preziose, più
o meno belle, sapendo che questo gesto mantiene nel tempo
il suo significato di profondo atto d’amore.
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TORTA
PASQUALINA
Ingredienti
Per
la pasta:
400 g di farina bianca
2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
sale
acqua
Per il ripieno:
500 g di bietole
200 g di ricotta (o di latte cagliato)
50 g di burro fuso
6 uova
1 cucchiaio di maggiorana fresca (1 cucchiaino se essiccata)
4 cucchiai di parmigiano grattugiato
4 cucchiai di pecorino grattugiato
1 bicchiere di latte
1 bicchiere d'olio
sale
e pepe
Preparazione:
Impastare
la farina con l'olio e il sale; aggiungere man mano tanta
acqua tiepida quanto basta per ottenere un impasto consistente
e morbido; lavorarla finché si formino delle bollicine
d'aria. Coprire con un tovagliolo umido e far riposare
(chi lo volesse può usare pasta sfoglia surgelata).
Stendere 6 sfoglie il più sottili possibile con
un mattarello, perché questo piatto tradizionale
ligure è tanto più buono quanto più
sottili sono le sfoglie di pasta.
Pulire la bietola, lavarla e cuocerla in una casseruola
con poco sale, senz'altro. Cuocere a fuoco basso, e con
il coperchio, per 6 minuti. Appena cotta strizzarla bene,
tritarla finemente e metterla in una ciotola grande.
Aggiungere la ricotta sbriciolata (o il latte cagliato),
2 uova intere, il parmigiano grattugiato, metà
pecorino e la maggiorana: se l'impasto è troppo
solido, ammorbidire con il latte.
Foderare con una sfoglia uno stampo apribile, unto d'olio,
ungere la sfoglia con un pennello intinto nell'olio e
sovrapporne a una a una, le altre due, ungendole sempre
con l'olio tranne l'ultima.
Disporre il ripieno e con un cucchiaio scavare 4 incavature
in cui si porranno le uova intere, crude. Salare e cospargere
con il resto del pecorino. Chiudere con una sfoglia di
pasta e sovrapporvi le altre due, sempre ungendo con il
pennello da cucina la superficie tra una e l'altra.
Sigillare con i ritagli di pasta formando un cordone tutt'intorno
al bordo. Ungere la superficie con un po' d'olio e perché
risulti più dorata, con parte di un uovo intero
battuto; bucare la superficie con uno stuzzicadenti, facendo
attenzione a non rompere le uova e infornare in forno
già caldo, a 200°C, per 40 minuti.
Si può servire tiepida, ma anche fredda, durante
il pranzo del lunedì di Pasqua.
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COLOMBA DI
PASQUA
Dolce
tipico pasquale per eccellenza. La forma è simile
a quella di una colomba con ali distese.
Simbolicamente la colomba richiama l'episodio del diluvio
universale. La colomba diventa quindi simbolo della pace
e simbolo di riconciliazione con Dio.
RICETTA
Però
per dare alla pasta la forma di colomba dovremo usare
una striscia di carta oleata e sovrapporla ad una di cartoncino
sottile ed in tal modo costruire la colomba che vogliamo,
con le ali corte o lunghe, o con la coda a frac…insomma
la forma che vogliamo. E' proprio dentro tale contenitore
fatto di carta oleata e cartoncino che metteremo prima
a lievitare o poi a cuocere la nostra colomba.
Ingredienti
1 kg di farina
450 gr di zucchero
350 gr di burro
4 tuorli
9 uova
50 gr di lievito di birra
250 di canditi
250 gr di uvetta passa
1 bustina di vaniglia
200 gr di mandorle
100 gr di granella di zucchero
Preparazione:
Disporre
250 gr di farina a fontana. Mettere il lievito sciolto
in pochissima acqua. Aggiungere poca acqua tiepida ed
iniziare ad impastare il tutto. Man mano che si aggiunge
l'acqua, amalgamare bene, in mdo da ottenere una pasta
morbida. Quando si è formato un impasto ben amalgamato
e morbido, infarinare un contenitore, ad esempio un insalatiera,
mettere l'impasto e coprire con un tovagliolo. Scegliere
un posto lontano da correnti d'aria e mettere a lievitare
l'impasto per due ore. Nel frattempo si prepara la crema
di mandorle. Tuffare le mandorle in una pentola piena
d'acqua bollente e dopo alcuni secondi scolarle, asciugarle
e togliere la loro la pellicola. Passarle in forno lievissimo
solo per farle asciugare, e poi pestarle con 200 gr di
zucchero semolato; veramente si dovrebbero ridurle in
una pasta e quindi invece di pestarle si può usare
un frullatore. Una volta ottenuta la pasta di mandorle,
amalgamarla con un uovo per ottenere una bella crema.
Metterla in frigo. Appena trascorse le due ore della prima
lievitazione, disporre i rimanenti 750 gr di farina a
fontana, metterci il burro ammorbidito, 250 gr di zucchero,
la pasta lievitata, la vaniglia e iniziare ad amalgamare
il tutto aggiungendo dapprima i quattro tuorli, poi le
8 uova. Amalgamare bene in modo da ottenere una pasta
morbida ma consistente, poi incorporare i canditi e l'uvetta
lasciata in acqua per mezz'ora e poi strizzata. Mettere
la pasta così preparata a lievitare tutta la notte.
Al mattino lavorare ancora la pasta, metterla nella forma
di colomba che avremo costruito con la carta oleata e
con cartoncino e rimetterla a lievitare per sei ore. E'
chiaro che la forma di colomba sarà costituita
da un fondo e da una striscia di contorno piegata in modo
opportuno per formare il contorno di una colomba. Appena
lievitata, spalmare con la crema di mandorle, spolverare
con granella di zucchero ed infornare a 180 gradi per
30/40 minuti.
BUON APPETITO E BUONA PASQUA!
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I riti della Passione a Barile (Basilicata)
In
Basilicata la magia delle sacre rappresentazioni nasce
dai tempi dei bizantini, dalle tradizioni del cristianesimo
greco, presente e vivo nelle cappelle scavate nelle grotte,
nelle icone sacre dipinti sui muri diroccati. Per tutta
la comunità è l'ora dell'attesa, della paura
e della speranza.
A Barile la Via Crucis è interpretata da uomini
e donne che si sentono veramente il simbolo della espiazione
comune. Tutti nel paese lavorano, nelle settimane precedenti,
alla riuscita della processione. Lungo il percorso vengono
innalzati una serie di palchi per la rappresentazione
dei diversi episodi della Passione: il Cristo nell'orto,
la cattura, Ponzio Pilato, la Via Crucis, la crocifissione.
Il giovane che impersona il Cristo deve digiunare ed espiare
ogni colpa i tre giorni prima della processione. Viene
lavato, unto e vestito da sole donne, ognuna delle quali
si cura del suo vestiario. La processione ha un ritmo
frenetico sostenuto dalla presenza di uomini vestiti da
soldati che si muovono a cavallo su e giù per le
strade del paese. Intorno a loro si agitano gruppi di
personaggi: i romani, i sacerdoti, il popolo, e ancora
la Maddalena, la Madonna, gli apostoli. La Vergine viene
rappresentata in due versioni, con un vestiario diverso:
da giovane e da anziana. In questa atmosfera tutta ricostruita
dai Vangeli, compaiono all'improvviso, portando un grande
scompiglio, alcune figure di fantasia legate alle paure
ancestrali che ci portiamo dentro. Ecco la figura del
"Negro" che rappresenta lo straniero, indossa
un mantello con piume colorate e gioca con un altro "Negro"
bambino a ritarsi una palla avanti e indietro. Nella grande
kermesse compare anche la "Zingara", altro personaggio
dai toni oscuri e misteriosi, che porta un vestito decorato
da tutti gli ori del paese: simbolo di una ricchezza che
nasconde malvagità e pericolo. La gente si difende
da lei donandole, anche per un solo giorno, tutti i propri
averi. Personaggi simbolici dunque il "Negro"
e la "Zingara", che assumono un grande rilievo
in questo grande rito di espiazione collettiva.

L'accensione
del fuoco sacro e lo "scoppio del carro" a Firenze
La storia
racconta che durante la prima crociata, nel 1096 Pazzo
dè Pazzi, cavaliere fiorentino al seguito di Goffredo
di Buglione piantò per primo il vessillo della
Croce sugli spalti di Gerusalemme. In ricompensa gli vennero
donati alcuni frammenti di pietra del Santo Sepolcro.
Tornato a Firenze quei frammenti vennero usati per accendere
il fuoco sacro del Sabato Santo. La famiglia Pazzi decise
di rendere la cerimonia più suggestiva costruendo
un carro che, riccamente addobbato, portava il fuoco sacro
per le vie della città.
Oggi questa tradizione continua la domenica di Pasqua
con un grande carro che, trainato da buoi bianchi inghirlandati
e scortato da armati, musici e sbandieratori, procede
per le vie della città fino ad arrivare sul sagrato
del Duomo.
Per chi volesse ammirare il carro durante il suo percorso
può seguirlo da Borgognissanti, via Della Vigna
Nuova, via Strozzi, piazza della Repubblica, via Roma,
piazza San Giovanni, fino a piazza del Duomo.

La "Semana Santa" ad Alghero
Alghero, ridente cittadina sulla
costa occidentale della Sardegna, celebra la Pasqua con
grande fervore e col coinvolgimento dell'intera popolazione.
Per un'antica tradizione (che risale al 1501, quando nella
città si insediò una colonia di aragonesi),
le celebrazioni religiose della Pasqua vantano origini
spagnole. Una statua lignea del Cristo viene esposta alla
devozione dei fedeli. Le donne vestite a lutto vi si affollano
attorno in gesti di devozione, per chiedergli una grazia,
esprimere un voto.
La cosiddetta "Semana Santa" si apre il martedì
"Dimarts Sant" con la processione dei Misteri
Dolorosi, prosegue il giovedì "Dijous Sant"
con la celebrazione della Via Crucis. Venerdì 29,
"Divendres Sant", si assiste al rito della schiodatura
del Cristo dalla croce, il "desclavamant", e
la sua deposizione nella culla. Dalla chiesa della Misericordia
parte la processione che accompagna il Cristo al lume
delle "farols", piccole candele ricoperte da
cartoncini rossi. I fedeli avanzano con un antico passo
di danza che mima l'atto del cullare il Cristo, mentre
le Confraternite sfilano indossando cappucci a punta.
Il sabato, "Dissabte Sant" è il giorno
della veglia e dell'attesa della domenica di Pasqua, quando
il Cristo risorto incontrerà la Madonna tra voli
di colombe e fuochi d'artificio.
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